mercoledì 26 ottobre 2011

"VerChina" Town



Grande festa a Vercelli per l’apertura di “Li-Fa Market”, il nuovo, grande centro commerciale cinese. Cinese nel nome, nei prezzi, nello stile e anche nei commessi.
Nell’atrio d’ingresso, oggi che si festeggia l’inaugurazione, c’è un tavolo sul quale sono disposti numerosi piattini di carta colmi di patatine, popcorn, salatini e noccioline. Una signora dietro il bancone mesce China Cola a volontà. Saliamo. Dalle scale mobili che ci portano al primo piano è impossibile non osservare, laggiù al pian terreno, la desolazione di quello che una volta era il negozio di articoli sportivi Longoni Sport: un immenso spazio vuoto, per terra, stracciati e abbandonati nello sporco, dei vecchi manifesti pubblicitari.
Ma non c’è tempo per i rimpianti, ormai siamo in cima. Si apre ai nostri occhi l’immenso market che propone prodotti di ogni tipo: abbigliamento, ferramenta, giocattoli, scarpe, borse, profumeria, articoli per la casa, fotografie di Marylin Monroe stampate su tela e molto altro.
Ciò che colpisce subito è la disposizione dei prodotti sugli scaffali. Sono tutti ravvicinatissimi. Stipati. Senza soluzione di continuità. Gli scaffali stessi sono distanti tra loro poco più di un passo. E così, traversando questi corridoi stretti, hai quasi la sensazione che i prodotti ti opprimano. Ma la claustrofobia deve essere un disturbo sofferto da pochi. Il market è infatti pieno. Stra-pieno. Alle casse ci sono file di almeno venti persone e sono pochi quelli che escono senza acquistare niente.
Le maschere da babbo natale in polistirolo sorridono da una cesta e chissà in quanti, quest’anno, troveranno sotto l’albero un posacenere rotante a forma di pene o una Marylin stampata su tela.
Ho una strana sensazione. Sarà l’odore di plastica nuova o del cuoio o delle pelli o dei jeans. Sarà quel tavolino nell’atrio colmo di patatine e bibite come nei compleanni festeggiati all’oratorio. Sarà il buio e la polvere dell’ex Longoni. Sarà… Ma ho bisogno di una boccata d’aria. E uscendo mi domando se riusciremo a stare al passo. Sapremo contrastare la concorrenza, spietata, di gente abituata a lavorare dalle 6 alle 23, sette giorni su sette, senza ferie?
Non lo so, ma continuerò a seguire il fenomeno dell’avanzata cinese con grande interesse…
Nin hao!

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