Grande festa a Vercelli per
l’apertura di “Li-Fa Market”, il nuovo, grande centro commerciale cinese.
Cinese nel nome, nei prezzi, nello stile e anche nei commessi.
Nell’atrio d’ingresso, oggi che
si festeggia l’inaugurazione, c’è un tavolo sul quale sono disposti numerosi
piattini di carta colmi di patatine, popcorn, salatini e noccioline. Una
signora dietro il bancone mesce China Cola a volontà. Saliamo. Dalle scale
mobili che ci portano al primo piano è impossibile non osservare, laggiù al
pian terreno, la desolazione di quello che una volta era il negozio di articoli
sportivi Longoni Sport: un immenso spazio vuoto, per terra, stracciati e
abbandonati nello sporco, dei vecchi manifesti pubblicitari.
Ma non c’è tempo per i rimpianti,
ormai siamo in cima. Si apre ai nostri occhi l’immenso market che propone
prodotti di ogni tipo: abbigliamento, ferramenta, giocattoli, scarpe, borse,
profumeria, articoli per la casa, fotografie di Marylin Monroe stampate su tela
e molto altro.
Ciò che colpisce subito è la disposizione
dei prodotti sugli scaffali. Sono tutti ravvicinatissimi. Stipati. Senza
soluzione di continuità. Gli scaffali stessi sono distanti tra loro poco più di
un passo. E così, traversando questi corridoi stretti, hai quasi la sensazione
che i prodotti ti opprimano. Ma la claustrofobia deve essere un disturbo
sofferto da pochi. Il market è infatti pieno. Stra-pieno. Alle casse ci sono
file di almeno venti persone e sono pochi quelli che escono senza acquistare
niente.
Le maschere da babbo natale in polistirolo
sorridono da una cesta e chissà in quanti, quest’anno, troveranno sotto
l’albero un posacenere rotante a forma di pene o una Marylin stampata su tela.
Ho una strana sensazione. Sarà
l’odore di plastica nuova o del cuoio o delle pelli o dei jeans. Sarà quel tavolino
nell’atrio colmo di patatine e bibite come nei compleanni festeggiati
all’oratorio. Sarà il buio e la polvere dell’ex Longoni. Sarà… Ma ho bisogno di
una boccata d’aria. E uscendo mi domando se riusciremo a stare al passo.
Sapremo contrastare la concorrenza, spietata, di gente abituata a lavorare
dalle 6 alle 23, sette giorni su sette, senza ferie?
Non lo so, ma continuerò a
seguire il fenomeno dell’avanzata cinese con grande interesse…
Nin hao!
Nin hao!
Nessun commento:
Posta un commento