giovedì 17 maggio 2012

L'avventura psicoatletica



I miei buoni cugini Psicoatleti sono partiti una settimana fa da Roma a piedi, verso Venezia. E' il primo dei quattro viaggi a passo d'uomo che andranno a comporre il Gran Giro Psicoatletico d'Italia.

Questo primo viaggio ripercorrerà le tappe della disperata fuga di Giuseppe e Anita Garibaldi che nel 1849 traversarono Lazio, Umbria, Toscana e Marche nel tentativo di raggiungere Venezia e sfuggire così ai quattro eserciti che li stavano braccando.

Enrico Brizzi e le diverse batterie che si succedono al suo fianco sono in marcia sulle orme dei paladini risorgimentali lungo i sentieri dell'Appennino tra Umbria e Toscana e domani sera mi unirò a loro nei pressi di San Gemini (Terni).
Insieme con i miei compagni di viaggio Luca e Giorgio compongo la Batteria Universitaria Primavera che scorterà il drappello principale fino a Montepulciano.



Lo zaino è quasi pronto: due magliette traspiranti, una a manica lunga, set da pioggia, pantalone corto, pantalone lungo, scarponcino e scarpa leggera da riposo, borraccia, felpa, presidi medici di prima necessità, accessori per l'igiene personale e poco altro... Nella speranza di non superare i 10 kg.


Poco più di 100 km in quattro giorni, dormendo ogni sera sotto un tetto diverso. Un modo di viaggiare che non ha la pretesa di essere il migliore possibile ma è senz'altro quello che ti permette di entrare in contatto con i luoghi e le persone nel modo più intimo.

Il tuo corpo cambia durante le ore di marcia. Cambia il respiro, cambia lo sguardo, cambia il pensiero. Ci sono esigenze come procurasi dell'acqua, restare asciutti, non perdere la strada, nutrirsi in maniera adeguata che assumono un valore molto diverso da quello che hanno durante le nostre giornate "civili".


E' inutile aggiungere altro, proverò a raccogliere qualche pensiero al termine di ogni tappa e lo racconterò poi su queste pagine virtuali.

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